\u201cTra i principali ostacoli che le donne affrontano quotidianamente nel fare impresa vi sono la difficolt\u00e0 di conciliare gli impegni familiari con la vita professionale e il persistere di opportunit\u00e0 di guadagno economico non soddisfacenti sia se considerate in termini assoluti sia rispetto a quelle maschili -. Commenta Paola Noli Presidente Cna Impresa Donna Liguria -. Pur operando in condizioni talora meno favorevoli di quelle degli uomini, le imprenditrici si sono ricavate uno spazio sempre pi\u00f9 ragguardevole nel sistema produttivo del Paese e forniscono un apporto considerevole alla crescita dell\u2019economia italiana. Superare le disparit\u00e0 di genere in maniera strutturale \u00e8 di vitale importanza affinch\u00e9 le donne possano esprimere il loro massimo potenziale, affermando pienamente il loro ruolo di \u201crisorsa primaria\u201d e non ancillare per lo sviluppo del Paese\u201d. <\/p>\n
\u201cMai come ora \u00e8 determinante rilanciare e valorizzare l\u2019occupazione femminile, sia attraverso il lavoro autonomo che attraverso quello subordinato -. Prosegue Paola Noli -. Per le donne imprenditrici della CNA la via maestra verso la parit\u00e0 di genere passa per la promozione della cultura del lavoro e dell\u2019autoimprenditorialit\u00e0. Il primo passo per conseguire effettive pari opportunit\u00e0, combattere la violenza sulle donne e innalzare la qualit\u00e0 della loro vita \u00e8 infatti il raggiungimento dell\u2019indipendenza economica e una sempre maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro. Per promuovere l\u2019imprenditorialit\u00e0 rosa sono necessari interventi ben calibrati: l\u2019assegno unico universale per i figli a carico e le misure previste dal Pnrr sono un primo importante passo per l\u2019eliminazione di qualsivoglia disparit\u00e0 di genere\u201d conclude la Presidente di Cna Impresa Donna Liguria Paola Noli. <\/p>\n
Sintesi dati <\/p>\n
L\u2019imprenditoria femminile in Italia. I principali numeri <\/p>\n
Dai dati di Unioncamere emerge che i ruoli imprenditoriali ricoperti dalle donne nel 2021 sono 2,8 milioni, ossia pi\u00f9 di un quarto del totale (26,8%). Nel 69,7% dei casi, peraltro, le donne non svolgono una funzione ausiliare ma sono responsabili in prima persona dello sviluppo del progetto imprenditoriale in qualit\u00e0 di titolari (29,2%) e di amministratrici (40,5%). Le donne operano mediamente in un\u2019impresa su due e che, le stesse, rivestono ruoli apicali (titolare o amministratore) quasi in un\u2019impresa su tre. <\/p>\n
Spostando il focus dell\u2019analisi sui settori produttivi, l\u2019elemento che spicca con maggiore evidenza \u00e8 che le donne operano principalmente nei servizi. E nello specifico i servizi per la persona (52%), aggregato che comprende le tinto-lavanderie, i parrucchieri e i centri estetici, il turismo (35,9%), a cui seguono l\u2019agricoltura (29,3%) e il commercio (27,2%). La presenza femminile \u00e8 infatti di tutto rilievo nel settore dell\u2019abbigliamento, dove il 44,7% dei ruoli imprenditoriali \u00e8 ricoperto da donne. <\/p>\n
A livello territoriale, i tassi di imprenditorialit\u00e0 femminile pi\u00f9 alti si registrano nel Centro e nel Nord-Ovest del Paese. Il peso relativo delle quote di donne che fanno impresa \u00e8 del 28,6% per la Liguria, che si posiziona sesta tra le regioni italiane (media nazionale 26,8%). <\/p>\n
L\u2019imprenditoria femminile negli ultimi dieci anni <\/p>\n
Le donne hanno offerto un contributo fondamentale alla tenuta dell\u2019economia del Paese nell\u2019ultimo decennio. Le cariche imprenditoriali maschili, nello stesso periodo, si sono ridotte di oltre 31 mila unit\u00e0. <\/p>\n
Confrontando gli andamenti dell\u2019imprenditoria femminile e di quella maschile nell\u2019ultimo decennio risulta che, a fronte della tenuta e del lieve aumento dei ruoli femminili dal 2011 al 2021 (+1,6%), i ruoli maschili hanno avuto uno sviluppo opposto e sono calati in misura pi\u00f9 marcata (- 3%). <\/p>\n
Negli ultimi anni, in cui il nostro Paese ha registrato prima una fase di grave crisi economica legata alla pandemia da Covid-19 (2020) e poi una fase di altrettanto repentina e robusta ripresa (2021), si osserva una tenuta complessiva del tessuto produttivo. Nel 2021, per\u00f2, le imprese femminili hanno agganciato la crescita, mettendo a segno un aumento di 11.500 unit\u00e0 dei ruoli rispetto al 2020. La buona performance della imprenditoria al femminile va ancor pi\u00f9 rimarcata poich\u00e9, negli stessi anni, quella maschile \u00e8 invece rimasta al palo. <\/p>\n
Ampliando il campo dell\u2019analisi all\u2019intero mercato del lavoro, emerge un quadro di insieme che appare purtroppo meno roseo. Nel 2020 il tasso di occupazione femminile italiano – percentuale delle donne occupate rispetto alla popolazione femminile in et\u00e0 lavorativa – si attestava al 52,1%, quasi venti punti meno rispetto a quello maschile (71,8%). Oltre a risultare il secondo pi\u00f9 basso dell\u2019Unione Europea il tasso di occupazione femminile si \u00e8 ridotto in maniera pi\u00f9 marcata di quello maschile rispetto al 2019 evidenziare quanto la pandemia esplosa in quell\u2019anno sia stata penalizzante soprattutto per le donne, sia a causa della specializzazione produttiva, che le vede pi\u00f9 presenti nei settori pi\u00f9 colpiti dalla crisi sia perch\u00e9 \u201ccostrette\u201d a dovere provvedere all\u2019assistenza di figli e anziani durante i mesi del lockdown. <\/p>\n
Oltre ad avere meno opportunit\u00e0 lavorative, le donne in Italia continuano a percepire retribuzioni pi\u00f9 basse di quelle maschili a parit\u00e0 di lavoro e mansioni. Basti dire che, nella media delle imprese del settore privato, la retribuzione oraria dei dipendenti di sesso maschile supera quella femminile di 7,2 punti percentuali. Occorre per\u00f2 sottolineare come gli squilibri retributivi che penalizzano le donne diminuiscono in modo considerevole con il ridursi della dimensione di impresa. Se infatti la retribuzione oraria maschile supera quella femminile di 17,1 punti percentuali nelle grandi imprese, nelle microimprese il differenziale retributivo tra uomini e donne si assottiglia notevolmente e non tocca i 2 punti percentuali (+1,8% a favore degli uomini). I dati appena citati, riguardanti i divari salariali e l\u2019impegno lavorativo delle donne nel sistema produttivo, evidenziano quanto nelle imprese pi\u00f9 piccole l\u2019aspetto relazionale tra lavoratori e datori di lavoro risulti fondamentale e come la conoscenza diretta tra loro, facilitata proprio dalla piccola dimensione aziendale, consenta una valutazione dei dipendenti legata al merito, alla efficienza e non influenzata da pregiudizi di alcun tipo. <\/p><\/div>\n
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