Gli appalti sono una scalata ardita per le piccole e medie imprese? Il nuovo Codice degli Appalti cosa prevede per le PMI? Cna La Spezia ha provato a rispondere alle perplessità e difficoltà che si legano al tema con un evento di approfondimento sulla norma, che entrerà in vigore il prossimo 1° luglio, e sulle novità introdotte dal codice. Al seminario, che si è svolto all’Auditorium dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orinatale, hanno portato il proprio saluto e contributo: il Presidente dell’AdSP Mario Sommariva, l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Giacomo Giampedrone, la senatrice Stefania Pucciarelli, il vicepresidente Ordine degli Ingegneri Nicola Brizzi e il Presidente Cna La Spezia Davide Mazzola. Sono stati poi affrontati: I dati dell’Osservatorio nazionale di Cna sugli appalti pubblici presentati da Mario Pagani, Responsabile Dipartimento Politiche Industriali CNA, i dettagli del Nuovo Codice degli Appalti con gli avvocati Luigi Cocchi, Presidente Ordine degli Avvocati di Genova, e Gerolamo Taccogna, Professore associato di Diritto Amministrativo Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Genova. Hanno poi illustrato l’attività della SUAR Nicola Giancarlo Poggi, Direttore Generale Centrale organizzazione Regione Liguria, e all’attività della Centrale Unica Acquisti e Contratti del Comune della Spezia Massimiliano Curletto, Direttore Dipartimento II – CDR Centrale Unica.
La tavola rotonda – organizzata dall’associazione di categoria spezzina in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri, Architetti e dei Geometri – si è rivolta a imprese e professionisti e ha analizzato le principali criticità e opportunità introdotte dal nuovo Codice Appalti con particolare attenzione alla disciplina di interesse per la platea delle PMI. Le dinamiche del mercato degli appalti a livello nazionale dimostrano che persistono evidenti difficoltà nella partecipazione delle piccole imprese alle procedure di gara. Se da un lato si nota una costante crescita del mercato degli appalti, dall’altro l’analisi delle dinamiche per classi di importo, ne conferma, purtroppo, una polarizzazione verso l’alto.
Dati nazionali Osservatorio
Partendo dai dati dell’Osservatorio è stato evidenziato che le microimprese, pur rappresentando il 97% della platea complessiva, possono accedere soltanto al 17% delle gare di appalto. I due terzi del mercato si concentrano su bandi di importo superiori a 5 milioni, ma in cui la fetta più ampia è sopra i 25 milioni. Si tratta di evidenze che attestano come il 67% delle procedure di gara sia, di fatto, prerogativa riservata alle solo imprese di maggiori dimensioni. Solo il 10% dei bandi è suddiviso in lotti e soltanto il 2% fornisce una motivazione in caso di mancato frazionamento. A livello nazionale solo il 30% delle procedure si svolge ancora in modalità cartacea e solo 3 stazioni appaltanti su 10 garantiscono la piena trasparenza delle informazioni.
Analisi Appalti La Spezia
Prendendo in analisi La Spezia se guardiamo gli importi abbiamo: quasi la metà degli appalti tra i 500/1 milione di euro (42,8%), a seguire appalti tra 1 e 2 milioni di euro (23,8%), gli appalti tra i 2 e 5 milioni (19%) e in percentuale minore gli appalti tra 150 e 500mila euro (14,2%). L’oggetto delle gare in essere è ripartito tra strade (66,6%), scuole (28,5%) e alloggi popolari (4,7%). La suddivisione in lotti risulta spesso un adempimento di carattere formale e solo il 18% dei bandi spezzini la prevede. 4 stazioni appaltanti su 5 non motivano le ragioni. In merito alla digitalizzazione delle procedure solo il 30% è ancora in modalità cartacea alla Spezia. A livello nazionale 3 stazioni appaltanti su 10 garantiscono la piena trasparenza delle informazioni di gara (fonte di pubblicazione del bando) alla Spezia nessuna; A livello nazionale 4 stazioni appaltanti su 10 non pubblicano alcun dato relativo all’aggiudicazione (data di aggiudicazione, totale delle imprese che ha presentato le offerte, percentuale di ribasso aggiudicata, soglia di anomalia) mentre alla Spezia tutte.
Nuovo Codice degli Appalti: le osservazioni di Cna
Il Nuovo Codice degli Appalti si pone nell’ottica della semplificazione e della razionalizzazione delle fonti. Infatti, operatori, stazioni appaltanti e professionisti avranno a disposizione un unico contenitore: un vero e proprio cambio di paradigma, soprattutto per le imprese più piccole. Prevede una maggiore attenzione nel tentativo di promuovere l’accesso delle piccole imprese: con la suddivisione in lotti, che nella nuova normativa dovrebbe tener conto della capacità finanziaria delle piccole imprese; con le nuove misure sull’innalzamento del valore dell’affidamento diretto e, più in generale, alle nuove regole del sottosoglia, che consentiranno alle stazioni appaltanti di ricorrere alla procedura negoziata con più facilità; con la disciplina dei consorzi artigiani, opportunamente tenuta distinta da quella dei consorzi stabili. La criticità potrebbe essere determinata dal rischio di subappalto a cascata. Infatti, anche se in linea di principio la norma pone un limite al ricorso al subappalto generalizzato, nei fatti dipenderà dalle scelte delle stazioni appaltanti caso per caso. Le aspettative sono positive in quanto l’impianto del nuovo codice è complessivamente ben orientato. Tuttavia, permane una incertezza di fondo legata alla effettiva digitalizzazione del ciclo dei contratti e alla reale qualificazione delle stazioni appaltanti. Il mercato degli appalti pubblici vale complessivamente (lavori, servizi, forniture) oltre 200 miliardi l’anno: una delle più potenti leve di politica economica, se ben orientata. Il che significa coinvolgere effettivamente, come attore protagonista, la platea delle piccole imprese, fino ad oggi relegata ad un ruolo ancillare. In questo senso, non basta scrivere norme di principio ma occorre verificarne puntualmente l’applicazione. Pertanto, assume carattere strategico il costante monitoraggio sul livello di partecipazione delle microimprese agli appalti pubblici, come previsto dalla cabina di regia, che secondo Cna andrebbe integrata con rappresentati degli operatori economici.