Sono state oltre 100 le imprese collegate in diretta al video incontro organizzato dalla Cna di tutta la Liguria per fare chiarezza sui temi dell’estensione della durata temporale delle concessioni demaniali marittime ed i controversi rapporti con la Commissione Europea, che hanno riacceso le preoccupazioni degli imprenditori, purtroppo anche di quelli che dopo le innumerevoli difficoltà affrontate hanno ottenuto l’estensione della propria concessione fino al 2033.

In relazione alla proroga delle concessioni balneari, infatti, ogni Comune decide autonomamente e in questa mancanza di un’effettiva chiarezza normativa alcuni funzionari comunali del demanio marittimo si sono sentiti responsabili della firma della proroga e, pertanto, non l’hanno concessa: il 70% dei Comuni italiani ha esteso le concessioni al 2033 e in alcuni casi, come in Sardegna, sono intervenute le stesse Regioni con delibere che intimano ai Comuni di procedere alla stessa.

In Liguria la situazione è la seguente: a Imperia la quasi totalità di Comuni ha portato a termine la proroga al 2033; a Savona, come La Spezia, invece, è divisa a metà. Una buona parte ha prorogato, ma non la totalità, a Genova è la provincia che al momento vanta più confusione, perché ha affiancato a proroga o non proroga, una terza via, la proroga di qualche anno.

All’incontro sono intervenuti gli eurodeputati Brando Benifei (Partito Democratico), Marco Campomenosi (Lega) e Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), e l’assessore al Demanio marittimo della Regione Liguria Marco Scajola (coordinatore del tavolo nazionale sul Demanio della Conferenza delle Regioni).
Il confronto, coordinato da Valentina Figoli (Cna Balneari Liguria), ha visto la partecipazione in rappresentanza di Cna Balneari del coordinatore nazionale Cristiano Tomei, del portavoce regionale per la Liguria Alessandro Riccomini e della referente provinciale di Imperia Stefania Currà.

Il coordinatore nazionale Cna Balneari Cristiano Tomei è intervenuto a sostegno del comparto sottolineando le perplessità rispetto al rischio paventato da parte della Commissione Europeo in un momento di grande difficoltà economica: ulteriore elemento, infatti, è la messa in mora rispetto all’applicazione della direttiva Bolkestein dell’Italia da parte della Commissione europea il 3 dicembre 2020, cui lo Stato italiano ha risposto ai primi di febbraio (termine indicato 5 febbraio). Del contenuto di tale replica Cna ha chiesto notizia agli europarlamentari intervenuti durante l’incontro. Tomei ha poi affermato la necessità di difendere la recente normativa nazionale che proprio nell’ottica di dare stabilità e certezza agli imprenditori ha confermato il provvedimento introdotto dalla legge di Bilancio 145/2018 che prevede l’estensione delle concessioni demaniali marittime al 2033 ed ha sostenuto l’esigenza di dare una risposta, non solo tecnica, ma soprattutto politica che riguardi le imprese balneari e che esprima una posizione forte e chiara a sostegno del settore che deve ripartire non solo per se stesso, ma anche per tutti gli aspetti economici ad esso collegati.

L’assessore regionale al Demanio marittimo Marco Scajola ha confermato l’uniformità degli intenti di tutte le Regioni nel dare stabilità e certezza alle imprese balneari, lamentando però la mancata convocazione e mancati riscontri da parte del Governo in merito all’esigenza di essere interpellati sull’applicazione della legge 145/2018, oggetto di una giurisprudenza contrastante, che necessita di un preciso atto di indirizzo. Ha ribadito inoltre la necessità di aprire un tavolo con l’Europa al fine di permettere l’uscita dell’Italia dalla Bolkestein, in quanto le concessioni demaniali nel sistema italiano non sono intese come “servizi”, ma come beni.

Solidarietà e sostegno anche da parte dell’Onorevole Brando Benifei, che ha confermato la priorità di garantire una continuità dei rapporti con le istituzioni Europee e la necessità di avviare un lavoro serio di sinergia finalizzato ad una riforma delle modalità di applicazione della Direttiva Bolkestein, che il perenne sistema delle proroghe mette in difficoltà. Ha sostenuto, inoltre, la difesa del modello balneare ligure che anche in considerazione del caratteristico aspetto morfologico necessita di una disciplina peculiare.

L’Onorevole Marco Campomenosi si è dichiarato fiducioso, ravvisando buone prospettive per la situazione balneare in considerazione di un nuovo Governo che vede la maggior parte dei partiti che la pensano allo stesso modo. Dovrà sussistere un dialogo continuo con la Commissione europea attraverso uno scambio reciproco tra tutti ed anch’egli ha sostenuto la necessità di una riforma della direttiva Bolkestein, che non è applicata da ben 20 Stati membri e da cui si intuisce la poca chiarezza del testo.

Infine, è intervenuto l’Onorevole Carlo Fidanza, evidenziando la necessità di un intervento urgente da parte della politica affinché riprenda i propri spazi di azione ed impedisca che i giudici decidano al posto della politica. L’azione “irrituale” della Procura di Genova ha gettato nel caos le amministrazioni che in taluni casi hanno ritirato estensioni già concesse oppure adottato proroghe tecniche. Questa non uniformità in materia viola il fondamentale principio costituzionale di uguaglianza secondo cui tutti devono avere il medesimo trattamento: non è accettabile una diversa disciplina a seconda della amministrazione o Procura di appartenenza. Anche per lui il punto di partenza è la messa in sicurezza della legge 145/2018.