Così non è infrequente – anzi possiamo dire che ormai è quotidiano – vedere centinaia di mezzi delle imprese fermi davanti ai pochi impianti che riescono ancora a ricevere materiale. Alla Spezia e nelle immediate vicinanze non ci sono siti di questo tipo e così, ogni volta, gli operatori sono costretti a fare file lunghissime e a spostarsi in comuni limitrofi, quasi sempre a decine di chilometri di distanza, nella Val di Vara e nella Val di Magra.
Un problema irrisolto da tempo anche perché i siti per la gestione dei rifiuti, di qualsiasi tipo essi siano, evocano la gestione dello scarto a prescindere sia della comunità che è chiamata a conviverci sia degli Enti che dovrebbero autorizzarne il deposito, senza considerare che le normative nazionali, soggette spesso a cambiamenti, non aiutano.
Il risultato, tuttavia, non è un miglioramento in positivo: le imprese che devono conferire il materiale hanno un aggravio notevole dei costi; le realtà che gestiscono questi siti non riescono a far fronte alle tante richieste e devono gestire anche con interruzioni obbligate questi flussi, e la cosa paradossale è che a rimetterci è proprio l’ambiente.
Basta pensare ai tanti camion che tutti i giorni partono dai cantieri edili spezzini e percorrono chilometri e del rischio di accumuli in aree di magazzino in attesa di poter procedere al conferimento. Eppure, ci sono imprenditori che già gestiscono siti, o magari potrebbero gestirli, disponibili ad investire in nuove aree. Per questo chiediamo che l’amministrazione spezzina si faccia carico di individuare aree idonee, dato che proprio nel capoluogo provinciale la problematica è più forte vista la mancanza di siti e la più marcata ripresa del settore proprie per le dimensioni cittadine.