All’incontro erano presenti per Cna Federica Maggiani, Presidente onorario Cna La Spezia, Alessandro Battaglia, Referente nazionale Cna Produzione e Nautica, Francesca Moriconi, responsabile sindacale Cna nautica La Spezia; per la parte istituzionale il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, il segretario della Camera di Commercio Riviere di Liguria Marco Casarino, il delegato da parte dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Orientale Dottor Luca Perfetti e l’architetto Nicoletta Giangarè per il Parco di Montermarcello Magra -Vara.
Il rapporto indaga le prospettive future della filiera in termini di sviluppo, sostenibilità e internazionalizzazione, considerando le complesse dinamiche economiche che caratterizzano il settore e mettendo in risalto la prospettiva spesso trascurata delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane. Il settore si conferma come robusto con una crescita avviata a partire dal 2015. La Spezia ha ospitato il focus Group dedicato alle concessioni demaniali consultando le aziende: Ar Nav, Art Sub, Battagli, Marina 3 B, San Giorgio Boats, Artigiano Navale Mimmo di Sansalone Domenico (azienda di Chiavari).
“L’obiettivo generale dell’attività di ricerca qualitativa è di realizzare una fotografia delle dinamiche economiche e relazionali che caratterizzano il settore della nautica da diporto, ponendo in risalto la prospettiva spesso trascurata delle PMI -. Spiega Federica Maggiani, Presidente Onorario Cna La Spezia -. Accanto ai grandi players operano una moltitudine di piccole imprese, la gran parte a carattere artigiano, i cui contribuiti in termini di occupazione e creazione di valore sono tutt’altro che trascurabili. Per quanto riguarda la cantieristica, il rapporto è di un terzo di occupati diretti e i restanti due terzi indiretti.
Solo negli ultimi due anni, sono nate 75 imprese. A livello genere su un totale di 344 aziende (iscritte alla CCIAA codice Ateco 3315/112 cantieristica/riparazione e manutenzione) la stragrande maggioranza sono piccole imprese artigiane, solo un quarto delle aziende dichiarano dai 5 ai 70 dipendenti. Per le restanti imprese dobbiamo considerare i titolari e i soci con una media al massimo tre dipendenti. Il contribuito delle piccole imprese emerge a fatica anche per il modo in cui il settore viene definito nella classificazione Ateco. Di fatto vengono considerate le sole attività svolte nei cantieri di produzione, rimessaggi e refitting, escludendo una serie di prodotti – realizzati in altri ambiti – che sono però funzionali al completamento delle imbarcazioni da diporto. Il contribuito di queste imprese è soprattutto di tipo qualitativo e concorre in maniera cruciale a rendere uniche le imbarcazioni rendendole di fatto inimitabili e parte del Made in Italy di alta gamma. Nonostante si tratti di un settore in salute le criticità che ostacolano un ulteriore sviluppo non sono poche, tra queste il tema delle concessioni demaniali legata alla direttiva Bolkestein -. Prosegue Maggiani -. Tale problema è emerso in modo particolare durante l’analisi tra le attività presenti nel tratto di fiume Magra che va dalla foce al Ponte della Colombiera e che si trovano in possesso delle due tipologie di concessioni che rispondono a sistemi normativi differenti e si riferiscono a competenze amministrative diversificate, rispettivamente del demanio idrico e marittimo. Stiamo parlando di circa 12 attività con oltre 50 occupati diretti e altrettanti indiretti. Stiamo parlando di attività che nel corso degli anni hanno ampliato la loro offerta avvicinandosi sempre di più al settore turistico, contribuendo alla famosa crescita dell’attività di noleggio e locazione. Dal 2019 al 2023 abbiamo registrato un aumento del 100% delle attività operanti in tale settore. L’applicazione della Direttiva Bolkestein ai servizi portuali è stata oggetto di diverse sentenze nonché del recente Piano del Mare che indica precisamente la necessità di distinguere il settore della nautica da diporto dal settore turistico balneare. In merito a tale problematica è intervenuta anche la Regione Liguria approvando all’inizio dell’anno una normativa che prevede l’allineamento delle concessioni demaniali idriche e marittime sul fiume Magra. Si tratta di un provvedimento che porterà all’assegnazione delle due concessioni tramite un’unica procedura e all’equiparazione della durata delle concessioni stesse. Le fondamenta sono state gettate, qualche passo in avanti è stato fatto ma vi è la necessità di proseguire e concretizzare i vari passaggi con le amministrazioni di riferimento al fine di limitare le incertezze e garantire una continuità operativa” conclude Maggiani.
“La provincia della Spezia è la prima in Italia per incidenza delle imprese dell’Economia del Mare e la 3° Provincia italiana per incidenza degli occupati, e per incidenza del Valore Aggiunto generato dalla Blue Economy. Un comparto, quello legato alla nautica, che sta diventando sempre più preponderante per la città non solo in quanto sede ideativa e produttiva dei più importanti brand al mondo di yacht e superyacht, ma anche per il complesso di imprese che ruotano intorno ad esse e che fanno della città un hub per la progettazione e per la produzione di prodotti unici, in grado di essere prototipi e propulsori d’innovazione. – aggiunge il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – L’Amministrazione Comunale sta costantemente lavorando per accrescere spazi, infrastrutture e reti a favore di questo cluster in un’ottica di internazionalizzazione e costante crescita del settore e per questo diventa fondamentale la collaborazione fra Istituzioni, centri di ricerca, università, realtà produttive e formative presenti. Ringrazio CNA per questo studio che consente di approfondire e analizzare una tematica tanto importante per il futuro della Città”.
“Un Istituto tecnico per l’Economia del mare alla Spezia, le condizioni ci sono tutte”: è la proposta di Marco Casarino, segretario generale della Camera di Commercio Riviere di Liguria, intervenuto alla presentazione del Rapporto sul settore nautico della Cna. Nell’occasione Casarino ha ricordato l’importanza di una formazione sempre più specialistica che il settore, in fase di massima espressione delle proprie potenzialità, richiede. Da qui l’idea di un Istituto tecnico mirato alle esigenze delle imprese e del mercato. Casarino ha infine ricordato come nel 2025 ci saranno i nuovi codici Ateco (è la classificazione delle attività economiche adottata da Istat) che dovranno rappresentare la nautica meglio di quanto avvenga ora.
L’ottava edizione del rapporto Rapporto Nautica CNA Nazionale