L’introduzione sulla realtà delle imprese della Liguria è stata svolta da Luigi Attanasio, Presidente della Camera di commercio di Genova e da Enrico Lupi, presidente della Camera di commercio Riviere di Liguria. Spazio in seguito al dibattito su problemi attuali e dati relativi a popolazione, occupazione ed economia.
“Il problema dell’inverno demografico è urgente – ha spiegato l’economista ed ex presidente dell’Inps Tito Boeri -. L’Istat ci dice che ogni anno caliamo di 300mila persone e 150mila italiani muovono verso l’estero per motivi di lavoro. Avremo bisogno di 450mila persone all’anno solo per mantenere l’attuale numero di popolazione. Chiaramente, per mantenere il sistema pensionistico, abbiamo necessità di avere contribuenti. L’Italia sconta anche un grande divario tra tassi di occupazione di uomini e donne. Dobbiamo far aumentare la partecipazione di donne e giovani e considerare l’immigrazione come opportunità per mantenere inalterata la capacità produttiva. Occorre un approccio pragmatico e non ideologico al tema dell’immigrazione. La modalità attuale è contraddittoria e non incrocia le esigenze delle imprese. Anche il sussidio formazione e lavoro non permette alle aziende di tradurre tale strumento in modo concentro”.
“Abbiamo necessità di risolvere lo scoglio dell’incrocio tra domanda e offerta e il ricambio generazionale stesso delle aziende – ha aggiunto Il Presidente Nazionale Cna, Dario Costantini. – Molti giovani immigrati già lavorano nelle nostre aziende sono perfettamente integrati, fanno parte della famiglia allargata che rappresenta nella quotidianità la piccola impresa. Prendono un salario per le proprie competenze. Dobbiamo guardare all’immigrazione come una opportunità. Anche perché umanamente non accettiamo tragedie come Lampedusa e Cutro. La nostra associazione – ha sostenuto il presidente – nel settembre 2022 ha sottoscritto un Patto per azione comune con altre associazioni per sfruttare corridoi umanitari. Abbiamo 222mila imprese perse per crisi post Covid e per mancanza di ricambio generazionale. Per 100 persone che escono dalle nostre attività, al momento ne vengono reinserite 75, ma un domani saranno la metà. In questo modo, in futuro mancheranno risorse per garantire la sanità pubblica e la scuola. Di temi come immigrazione e salario minimo la politica doveva parlarne più approfonditamente poiché riguardano la dignità delle persone e la sopravvivenza dell’economia del paese. Ricordiamoci che, se manca il potere di spesa, manca un aspetto fondamentale, anche legato agli stessi servizi delle nostre aziende”.
“La Liguria è una delle regioni più anziane d’Italia quindi il problema della manodopera e del ricambio generazionale si sente fortemente – ha commentato Massimo Giacchetta, presidente Cna Liguria -. Noi riteniamo che la questione immigrazione debba trovare una diversa gestione. Inoltre, abbiamo anche il problema dei giovani che non studiano e non lavorano, sui quali occorre fare una forte politica formativa. Guardiamo al futuro sostenendo la transizione e l’autoproduzione energetica per le nostre imprese. È l’unico modo per creare valore, in termini di sostenibilità, e garantire un domani un risparmio per le imprese artigiane”.