Il Decreto-legge 16 febbraio 2023 n. 11 ha reso immediatamente operativo il blocco di tutte le cessioni di crediti d’imposta per tutte le tipologie di bonus edilizi (tra cui il superbonus), comportando un rischio di tracollo per le imprese più concreto che mai. La situazione è da allarme rosso: circa 8 miliardi di euro ingolfano da troppo tempo i cassetti fiscali delle imprese. A livello nazionale quasi 40mila imprese della filiera vivono con lo spettro del fallimento, 100mila cantieri rischiano il blocco e un milione di cittadini sono nel caos.
“Per la sola Liguria possiamo stimare circa 900milioni di euro di crediti bloccati e di cui, solo sul territorio spezzino, oltre 200 milioni -. Spiega il Presidente di Cna La Spezia Davide Mazzola -. La cifra è per difetto perchè riferita prevalentemente al Suberbonus che non è l’unico strumento utilizzato. Non tiene conto di altri bonus presenti e utilizzati come gli ecobonus e bonus casa, che prevedono percentuali diverse di detrazione e importi molto più bassi. La decisione del Governo anzitutto è grave sotto il profilo del metodo. Il decreto è stato approvato ignorando qualsiasi confronto con il sistema delle imprese che da tempo sollecitano un tavolo per superare la fase di profonda incertezza intorno ai meccanismi dei bonus generata dalle continue modifiche normative. Dobbiamo, infatti ricordare che il meccanismo della cessione dei crediti è stato modificato ben 11 volte e la disciplina degli ecobonus è cambiata oltre trenta volte. Una instabilità normativa che non è estranea alla paralisi del mercato dei crediti fiscali”.
“Le iniziative da parte di enti locali, impegnati ad acquistare crediti fiscali, sono certamente lodevoli e testimoniano la gravità della situazione ma non rappresentano la soluzione – prosegue Mazzola -. La dimensione del problema richiede quanto mai urgente l’intervento del Governo in forma diretta quale compratore dei crediti, o coinvolgendo CDP attraverso la cartellarizzazione dei crediti. In questo modo si può dare ossigeno a decine di migliaia di imprese della filiera e assicurare ai cittadini il completamento dei lavori avviati”.
“In relazione agli obbiettivi di transizione energetica la scelta del Governo contraddice etica e buon senso. Agevolare tutti i cittadini, indipendentemente dal proprio reddito, a cogliere l’occasione dei bonus edilizi è stata la migliore “scelta green” che il nostro Paese potesse compiere: il settore edile è, infatti, responsabile del 36% dei consumi energetici e del 39% delle emissioni in atmosfera di CO2 – sottolinea il Presidente Cna La Spezia Davide Mazzola -. Secondo gli attestati di prestazione energetica di Enea al 31 dicembre 2022 gli edifici italiani in classi energetiche inferiori alla classe “D” sono il 76% e dovranno adeguare, entro il 2033, almeno a questa classe di prestazione energetica in base alla direttiva ‘Case Verdi’ approvata dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo. Tre immobili residenziali su quattro dovranno, dunque, operare lavori di ristrutturazione entro i prossimi 10 anni. È facile intendere quanto sia poco lungimirante la scelta del Governo” conclude il Presidente Cna La Spezia Davide Mazzola.