Inoltre sarebbe stato utile affiancare il Piano con un impatto delle singole misure in termini di capacità o meno di incidere anche come risposta al caro- energia. Nel documento si fa riferimento a un confronto già aperto con le categorie produttive volto a definire le misure di contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, confronto che tuttavia non vede coinvolto il settore dell’artigianato e delle piccole imprese. Tale mancanza spiega un’impostazione del Piano che sottovaluta molto il contributo della moltitudine di PMI diffuse sul territorio che, con interventi semplici, volontari, e a basso impatto sull’attività di impresa potrebbero in tempi brevi ridurre considerevolmente i consumi di gas. CNA propone di avviare da subito un programma diffuso di realizzazione di audit energetici nelle PMI e di condividere con le associazioni di categoria una campagna informativa mirata a migliorare, con piccoli accorgimenti, i consumi di elettricità e gas delle imprese, non solo produttive ma anche di servizio. Infine la Confederazione rilancia sull’opportunità di sfruttare le coperture degli immobili ad uso produttivo per accelerare rapidamente (e con minori complessità rispetto alla realizzazione degli 8 GW previsti attraverso la realizzazione di grandi impianti) l’installazione di una moltitudine di piccoli impianti di autoproduzione.
Il Piano di risparmio del gas, al momento incentrato su un set di interventi “leggeri” e a carattere prevalentemente volontario, fornisce uno scenario di messa in sicurezza dal gas russo che sembra metterci al riparo da interventi di contingentamento delle forniture. Secondo CNA sarebbe stata utile una proiezione di brevissimo termine, per evidenziare la capacità di risposta del Piano rispetto ai recenti annunci di interruzione totale delle forniture dalla Russia.