“Ci attendevamo altre considerazioni da parte del Commissario UE che conosce la specifica situazione del settore in Italia -, ha commentato Alessandro Riccomini Presidente Cna Balneari Liguria -, un contesto di circa 30mila imprese micro e piccole che ha sempre assicurato un livello di eccellenza perfino nei momenti più difficili per il turismo internazionale, come durante la pandemia. Mettere a gara le concessioni significa condannare alla liquidazione tante imprese, che hanno investito denaro e lavoro”.
“Un conto è assicurare dinamiche concorrenziali, un altro è penalizzare decine di migliaia di micro e piccole imprese – Ha aggiunto il coordinatore nazionale di CNA Balneari Cristiano Tomei –. Ci impegniamo in riunioni e tavoli di lavoro con le Regioni e se è inevitabile andare a gara non occorre più perdere tempo, ma mobilitarci per difendere i diritti del comparto. Questo settore non deve andare ad evidenza pubblica. Ribadiamo, inoltre, che il processo di mappatura del demanio marittimo annunciato dal Governo farà emergere l’ampia disponibilità di spiagge che possono essere valorizzate sotto il profilo turistico attraverso nuove assegnazioni in regime competitivo”.
“La situazione è grave e difficile è necessario prenderne atto -. Ha sottolineato l’assessore regionale al demanio Marco Scajola -. Nell’incontro fortemente richiesto dalle Regione con i tre Ministri Giorgetti, Gelmini e Garavaglia, è apparso chiaro anche se non espressamente dichiarato che le gare siano inevitabili. Sono anni che ritengo occorra una riforma completa del demanio marittimo che manca a livello nazionale che dia garanzie e tutele alle imprese. Il tema delle gare è politicamente scomodo. Attendiamo un documento da parte del Governo come forma di responsabilizzazione sul tema, anche perché quando proponiamo leggi ci viene replichiamo che la competenza è governativa. Paradossalmente l’uscita di Gentiloni intellettualmente più onesta della posizione governativa. Il colore politico all’interno della conferenza delle Regioni non esiste, cerchiamo di avere un atteggiamento univoco e responsabile. L’accelerazione è dovuta al rischio d’infrazione a tre mesi dalla sentenza che è causata da un vuoto normativo. Il governo doveva in questi tre mesi prendere una posizione”.
“Stiamo cercando di capire come proporre una mozione e stiamo lavorando sul Decreto Concorrenza -. Ha commentato l’onorevole Lorenzo Viviani (Lega) – Riforma del demanio è necessaria, il nostro riferimento normativo spesso è il codice di navigazione del 1942”.
“La questione balneare è emblematica quale esempio della crisi di nozione di diritto politico -. Ha spiegato l’avvocato Roberto Righi -. Il male della vicenda nasce dal fatto che il Governo italiano in questi anni non ha mai assunto una posizione di difesa rispetto ai titolari dei bagni. Si ha la sensazione che questo settore sia erroneamente ‘abusivo’ e che l’apertura alla concorrenza vada a sanificare tale pregiudizio. Senza correttamente valutare che ci sono dei diritti che riguardano i titolari delle concessioni quali il diritto d’indennizzo e il riconoscimento dell’investimento”.
“In Italia ci sono 30mila imprese che opera nel settore balneare ed è nostro dovere tutelarle. Non è corretto, a mio avviso, che la linea venga dettata dalle sentenze della magistratura, è la politica a dover dare delle risposte. Io sono a disposizione per collaborare e portare avanti un percorso normativo che metta un punto, finalmente, a questo annoso problema” ha rimarcato Manuela Gagliardi deputata di Coraggio Italia.
“Conosco bene la questione e ho lavorato a suo tempo alla proroga al 2033 poi bloccata dalla sentenza di Stato -. Onorevole Franco Vazio (PD) – La direttiva Bolkestein non è tagliata per il settore balneare e forse anche questo aspetto può essere messo in discussione”.
“La nostra posizione è determinata: depositeremo una mozione in cui chiediamo al Governo di adoperarsi in sede europea per sostenere l’inapplicabilità della direttiva Bolkestein per i balneatori – ha spiegato l’onorevole Riccardo Zucconi (FdI) -. Assistiamo ad un trattamento discriminatorio dato che a Spagna e Portogallo è stata concessa una proroga. Anche in Italia si deve evitare l’applicazione della direttiva servizi. Tutti i comuni devono provvedere alla proroga con una linea di comportamento uniforme in tutta Italia”.
Ha concluso l’incontro la presidente nazionale di Cna Balneari Sabina Cardinali che ha espresso la grande insofferenza della categoria di fronte ai messaggi poco limpidi delle scelte governative e la necessità di valutare delle mobilitazioni.